giovedì 2 febbraio 2012

Il Gruppo di Lettura BC su "Il caso Saint - Fiacre" di Georges Simenon

Sabato 21 gennaio 2012 si è svolto presso la Biblioteca Comunale  il primo incontro del Gruppo di Lettura BC dedicato a Il caso Saint-Fiacre di Georges Simenon.  Ecco quanto è emerso dalla interessante discussione tra i partecipanti in una sintesi di Gabriele Cagnoli.

"Il libro appartiene alla serie dei “casi” del commissario Maigret ed è, perciò, un poliziesco, ma assolutamente diverso dagli altri: infatti in questo racconto Maigret appare quasi spettatore e la risoluzione del giallo spetterà ad uno tra i personaggi, in seguito ad una conclusione che condivide molto dei finali corali di Agatha Christie. Tutto trae origine da un foglietto anonimo pervenuto a Maigret: “Vi informo che nella chiesa di Saint-Fiacre, durante la prima messa del giorno dei Morti, sarà commesso un delitto”.

Il commissario decide subito di occuparsi personalmente del caso e perciò giunge in quel paesino di provincia che lo aveva visto fanciullo e adolescente, in quella chiesa semivuota, all’alba di un grigio e ventoso giorno d’inverno per assistere ad un misterioso delitto (anche in questo il romanzo si diversifica dagli altri polizieschi, infatti non è un delitto violento, non c’è spargimento di sangue).

Questo, in estrema sintesi, il contenuto del racconto (che non sveleremo), ma che comunque ha colpito i lettori del Gruppo soprattutto per altri motivi. Per molti di loro, il fascino principale dello scritto sta nella resa dell’ambiente e dei personaggi. Ad esempio la descrizione della livida atmosfera del giorno ventoso d’inverno in cui pare quasi di sentire la neve scricchiolare sotto le scarpe; oppure l’umidità di quelle stanze che sembra entrare nelle ossa. Quasi sempre anzi vi è rispondenza tra descrizione del paesaggio e personaggi, con una forma di corrispondenza esterno/interno decisamente affascinante.

Altro tema importante è quello del ricordo, anzi il tema del ricordo violato. In questo romanzo Maigret è spettatore perché la sua infanzia gli torna alla mente, ma non è un ritorno al Paradiso Perduto, bensì una discesa agli inferi, perché il ritorno alle radici consegna a Maigret un paese completamente mutato. Non sempre i ricordi della nostra giovinezza ci gratificano. Forse proprio per questo Maigret, frastornato per lo sconvolgimento della propria infanzia, non può che assistere ai fatti e limitarsi a suggerire e indirizzare ad un altro personaggio l’esito dell’indagine.

Altro punto chiave è proprio la descrizione dei personaggi che viene fatta da perfetto psicologo: nessuno di loro è effettivamente maligno o delinquente, ma sono tutti banali, la quintessenza del provincialismo, incapaci tutti di dare un senso alla propria vita. Tranne uno di essi, quello che sembrava il più infimo, troverà alla fine una possibilità di redenzione, forse perché appartenente ad una classe sociale diversa da quella degli altri.

Insomma, un giallo sui generis, che ha affascinato il Gruppo di Lettura dando vita ad una interessante e stimolante discussione.

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