giovedì 21 aprile 2016

Note a margine del GDL: Sonata a Kreutzer di L. Tolstoj

Pubblichiamo un contributo di Paolo Pedrazzoli sul libro "Sonata a Kreutzer" di L. Tolstoj letto dal Gruppo di Lettura della Biblioteca.

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1 commento:

  1. Ero assente alla discussione. Intuisco dalla relazione di P.P. che è stata ricca e vivace. Oggi un libro così potrebbe avere per titolo "Storia di un femminicidio". Cambiano i tempi e le situazioni ma le ragioni per cui un uomo arriva ad adirarsi tanto con una donna da desiderare di ucciderla sono sempre le stesse. Aleatorie e insieme concrete.
    Mi chiedo se la colpa non risalga all'idea antica della donna nata da una costola d'Adamo! L'uomo (maschio)ha costruito la storia e i suoi miti. La donna gli appartiene e deve uniformarsi ai suoi valori e voleri. Non è questione solo di maschilismo, ma di identità. Non è un caso che nella società occidentale le donne oggi siano più libere (non tutte, ahimè!) che in altre società. Perché le identità si sono indebolite e si è più propensi ad accettare il diverso.
    Nel libro di Tolstoj c'è forte il senso di colpa, mitigato dall'ineluttabilità di un certo percorso formativo... E' un crogiolarsi a vuoto! Nel momento in cui l'uomo non riesce a mettersi nei panni della donna e a chiedersi: ma lei ha i miei stessi diritti? Può essere autonoma e indipendente nei giudizi e nelle scelte senza che io mi senta tradito?
    Certo l'uomo può scegliere di castrarsi per non cadere in un rapporto malato con una donna, ma non sono sicura che il potere passi necessariamente dall'atto sessuale. Ho letto di recente il romanzo di Eric Reinhardt "L'amore e le foreste" imperniato su queste tematiche.
    Più che una critica al libro la mia può sembrare uno sfogo femminista e forse lo è. Tolstoj, come ogni grande autore, ci dà la possibilità di comprendere a fondo le dinamiche perverse che si scatenano nella mente degli uxoricidi.

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